CERCASUGOOGLE

spiega cose che qualcuno crede vadano spiegate

MA BOCELLI CI VEDE?

Non credo.
(su Bastonate)

DOVE POSSO TROVARE FILM PER CANI

Qualche tempo fa un magnate dell’edilizia con l’ossessione per i suoi setter aveva provato a fondare una catena di videonoleggi per cani chiamata Dogbuster. Era incredibile, ne avevano aperto uno poco lontano da casa mia e ci sono stato un paio di volte. Era la copia esatta di Blockbuster, con questi documentari folli di gente che portava a spasso il labrador in ogni luogo sulla terra e le scatolette del Ciappi al posto dei marshmallow e i guinzagli di tendenza al posto del Guitar Hero. Purtroppo, per motivi a me ignoti, Dogbuster non ha avuto molto successo ed è stata chiusa. Nel videonoleggio vicino a casa mia ora ha aperto lo studio un tatuatore di lontre. Un tipo simpatico, anche se credo abbia qualche problema con l’alcool.

LUCI MAY RELIGION REM ASCOLTO GRATIS

Se siete blogger probabilmente avete gusti musicali finto-ricercati, e molto probabilmente i REM sono il vostro gruppo preferito. O sicuramente nella top five dei vostri gruppi preferiti, che possiamo trovare nel secondo post del vostro blog (nel primo post in genere spiegate perchè avete deciso di aprirlo, il blog). Una tag di ricerca come quella che dà il titolo a questo post –altrettanto probabilmente- vi fa ridere come capre, di quell’ilarità perversa da primi della classe dell’indie rock. E naturalmente, con tutta la vostra omniscienza, non sapete che esiste il bootleg di una versione unplugged di Losing My Religion suonata dai REM al gran completo alla festa per il trentasettesimo compleanno di una loro collaboratrice di nome Lucy May Pizzocheri (sette pezzi, Bill Berry suona una batteria fatta di pentole e terrine). E che per l’occasione Michael Stipe cambiò qualche parola del testo, una di quelle mattate che si bulla di fare di tanto in tanto nella sua cerchia di amici più ristretti. Ne uscì fuori una versione grottesca e piuttosto dinamica, chiamata nel bootleg Luci May Religion e pubblicata in cassetta su un canale semiufficiale (con il typo Luci in bella mostra). Tra l’altro del bootleg è sparito il master originale, e della cassetta vengono tuttora venduti i pezzi originali a prezzi spropositati (artwork di HR Giger, note interne di Victor Hugo). Altro che ascolto gratis. In tempi non sospetti però sono riuscito a rubarne una copia, e devo ammettere che nel suo grottesco la versione è toccante ed intensa, una specie di In an Aeroplane Over the Sea antelitteram. Anche se continuo a preferire Disturbance at the Pizzocheri House (che dà il titolo al bootleg) o Radio Free Lucy, eseguita alla fine con Berry che rompe tutte le porcellane sul finale. Grazie a Dis0rder per la chiave.

LE RETTE PARALLELE SI INCONTRANO QUANDO NON GLIENE FREGA PIÙ UN CAZZO

La matematica d’utilizzo è una branca della matematica che, paradossalmente, promana dall’economia industriale.  Su di essa sono state basate alcune teorie e/o speculazioni per le quali il mondo non ci avrà in gloria. Ideata dal francese Haricot Calbert durante il suo soggiorno a Cambridge (circa 1936), è una sorta di teoria della gestione del margine di errore all’interno di aree di studio non coperte da una disciplina specifica e rielaborate per gestire parametri reali (tipo tutti quegli scoppiati che si sono messi a far teorie economiche che spiegassero la crisi del ’29). È difficile da spiegarla, soprattutto per uno che ha smesso di capirci qualcosa in seconda liceo; comunque il punto fondamentale è gestire i parametri di rischio in una situazione di incertezza. È stata ributtata dentro a una serie di avveniristiche applicazioni in fisica nucleare, e si dice abbia portato benefici indiscussi alla vita di tutti i giorni. Uno dei più celebri usi della teoria (se parliamo di pop) è stato tutta quella storia della pallottola magica nell’omicidio di John Kennedy. Per quanto riguarda la chiave di ricerca in sé, comunque, verso la fine degli anni novanta uscì uno di quei volumetti da edicola della serie Matematica per tutti, a cura di Massimo Alfreddo (un iconoclasta che viene spesso ricordato per certe tirate anti-cattoliche, tipo un Piergiorgio Odifreddi antelitteram) che illustrava la matematica di utilizzo tramite dieci postulati di base, uno dei quali era appunto le rette parallele si incontrano quando non gliene frega più un cazzo. Un altro molto celebre è finchè continuerete a costruir quadrati sull’ipotenusa, Pitagora non potrà riposare in pace, brillante arringa sulla sostanziale inutilità dell’algebra ai tempi dello strapotere di Bill Gates.

thanks to Violetta.

SE PUO’ SPOSTARE IL NATALE DI UN PAIO DI MESI

Riguardo a questo, il natale quando arriva arriva. Si tratta di una specie di massima universale, pronunziata da un grande pensatore contemporaneo (Renato Pozzetto), che sottintende una grande verità di fondo secondo la quale il principio consumistico alla base della festività travalica le implicazioni temporali pagane in seno alla scelta della data specifica -che ricordiamo, non corrisponde necessariamente a quella del compleanno di Cristo. Lo dico per rispondere a una questione sollevata su Yahoo Answers in merito alla possibilità di avere una festa di natale a febbraio, periodo nel quale è possibile pagare i panettoni €1,50 invece che €8,20. C’è da dire che proprio stamane ho aperto un pandoro Bauli ricevuto in dono, e a leggere il prezzo ci sono rimasto davvero di merda.

C’è da dire tuttavia che lo spostamento della festività natalizia avrebbe un impatto devastante sia dal punto di vista religioso che culturale che -soprattutto- economico. La festa di natale è stata istituita il venticinque dicembre sulla base di certe tradizioni pagane che non ho mai particolarmente approfondito, appena dopo il solstizio d’inverno (a simboleggiare questa sorta di rinascita circolare dell’era della luce). Quindi insomma, se è stato deciso dall’alto è possibile in linea teorica mettere il compleanno di Gesù Cristo in qualsiasi altro giorno dell’anno. Con l’eccezione probabilmente dei mesi caldi, giusto per dare un senso logico alla figura biblica del somarello (insomma, se fosse nato ad agosto non avrebbe avuto senso fargli alitare in faccia da un bue e da un asino). E magari del 29 febbraio, perchè un natale ogni quattro anni non lo vuole nessuno (già è un’agonia aspettare i mondiali di calcio). Ma se si spostasse la festività di tre mesi sarebbe quasi impossibile gestire l’immaginario legato -immagina ad esempio cosa succederebbe ad una canzone come Bianco Natal se natale arrivasse il 25 marzo, o cosa ce ne faremmo di quel pedo-bear di Babbo Natale che va a caccia di bambini buoni con lo slittino e le renne circuendoli con regali e leccornie. Senza contare la milionata di film basati su un natale il 25 dicembre, l’usanza del vischio o la tradizione secondo cui natale e capodanno cadono a una settimana l’uno dall’altro. Sarebbe un disastro. E ti immagini l’agitazione sindacale legata all’arrivo del natale in un mese senza tredicesima? Fuckin’ Hostile.

Se il problema è legata solo al prezzo del panettone, comunque, nessuno ti impedisce di non mangiarne finchè non è passata la befana, comprarlo in saldo il 13 gennaio ed ingozzarti fino alla data di scadenza. Oppure, per i più micragnosi, allego link ad una plausibile ricetta per fare il panettone.

Buon natale.

(chiave trovata su lo-level)

IL MIO CANE HA PAURA DI COSE STUPIDE

È un manualetto uscito poche settimane fa per Bronzi&Riace, a cura di un blogger di Faenza che si chiama Martino Pesca e si firma Tinosca (eravamo amici, poi si è scopato questa tizia che conosco e insomma…). Non è nient’altro che la raccolta dei post più significativi pubblicati fino ad oggi sul suo blog. Naturalmente tutte queste cose sono sì destinate a perdersi come lacrime nella pioggia, ma il qualunquismo non aiuta nemmeno i sani, figurarsi i malati. Nel senso, se volete qualcuno che critichi la pratica del libro-tratto-dal-blog potreste volervi rivolgere a qualcuno che non l’ha mai fatto. Nel caso, comunque, il blog di Tinosca è una raccolta di lettere mai pubblicate che arrivano a un giornale specializzato di settore (cani gatti e animali domestici in generale) nella cui redazione Tinosca è stato impiegato negli anni che vanno dal 2003 al 2005. Non chiedetemi perché un essere umano si voglia fotocopiare tutte le lettere che arrivano in redazione e farci un proprio archivio, ma Tinosca ha deciso di lanciarsi nell’impresa –e di uscirne, per così dire, trionfante. I post contengono il testo più o meno integrale della lettera e una sua risposta. Alcuni suoi post (probabilmente il più famoso è Perché i gatti non amano il sushi servito su un vibratore?) sono stati plagiati da diverse instant-commediole à la Camera Cafè e –si dice- perfino presi come base per un cinecocomero di prossima realizzazione. Il post che dà il titolo al libro, Il mio cane ha paura di cose stupide, è la divertente risposta ad una casalinga di Santa Maria di Burano (quella in provincia di Perugia) che nota che il suo rottweiler amava cagare sopra i volumi dell’enciclopedia più che sulle riviste di gossip.

LE CLASSICHE FACCE DI CAZZO

La letteratura è vasta e di difficile comprensione, equamente divisa tra mestiere delle armi e bieco qualunquismo. Poichè suppongo che sia un problema sentito (quello di individuare un certo grado di classicità, punti fermi della bruttezza), azzardo un mio undici calcistico di persone di sesso maschile a cui ho associato ed associo la mia singola concezione di “brutto”. Naturalmente la selezione è opinabile. E impara a parlar bene, cribbio.
Referrer trovato su Bastonate.

E’ POSSIBILE CALCOLARE L’AREA DI UN PENE?

 

Visto che a voi cazzi e fighe piacciono UN SACCO, mi permetto di ribloggare una roba che ho trovato nel tlog del mio amico Colas. Dopo gli chiedo il permesso, per ora -essendo un tlog- do per scontato che gli piaccia essere ribloggato.
La domanda del secolo: “E’ possibile calcolare l’area di un pene?”
Alta matematica, su Yahoo Answers.
Una volta uno aveva fatto un disco che si chiamamava “Fiducia in un nulla migliore”.
Ecco.
Non chiedo tanto. Solo un “nulla” migliore.

 

CANZONE PER COMPLEANNO DEI CINQUANTENNI

Trovata su Bastonate, un progettino recente di cui faccio parte.

FACEBOOK.COM PARLA CON LA VOCINA NEL CERVELLO

carmineEd ecco qualcosa su cui siamo arrivati molto prima di Wired e Complottoemezzo. La sconvolgente rivelazione è di Angelo: alcuni studenti del Dams di Bologna sono riusciti ad entrare nel database di Facebook e hanno preso coscienza di un software che spara messaggi subliminali atti ad installare un firmware vocale all’interno della corteccia cerebrale degli esseri umani. Questo pericolosissimo parassita è nient’altro che la testa di ponte di un nuovo network a cavallo tra reale virale e virtuale e potrerà, ebbene sì, alla colonizzazione del pianeta terra da parte degli animaletti della Pet Society. OMG. Serio?

Sì. La merda è serissima. Il software è una specie di vermone wireless autosostenibile e dinamico, vale a dire che si collega ai vermoni negli altri cervelli proiettando una visione del vero che è sì distorta ma al tempo stesso condivisa da tutti gli infetti. Noi, voi, loro. Se hai un account su Facebook, probabilmente quel grosso pesce a nove pinne nell’acquario del bagno NON ESISTE. Ma tutti i facebook-maniaci italiani che vengono a cacare nel tuo bagno lo vedranno uguale a come lo vedi tu.

Stando alle fonti, abbiamo persino i franchi tiratori in casa: molti personaggi chiave all’interno della polizia postale italiana e delle pari strutture di ognuna delle nazioni civilizzate sono stati cooptati dagli animaletti (organizzati secondo una sorta di logica orwelliana) per assicurare il completamento delle procedure di colonizzazione senza intoppi. Un file riservato all’interno del database getta le basi di un algoritmo antropomorfo che renderà pressochè indistinguibili i pet dagli esseri umani, stile Essi Vivono. Credete che LA CRISI sia frutto di una congiuntura economica e di un tracollo bancario? Proprio mentre state qui davanti a leggere, Facebook vi urla nel cervelletto “CONSUMA, OBBEDISCI, LAVA IL TUO ANIMALE, BACIA GLI ALTRI ANIMALI. SII IL TUO ANIMALE”. E cose simili. Occorre porre un freno. Ho preso contatto con la resistenza in seno alla Pet Society, un ristretto novero di animaletti deterministi capitanati dal mio pet, Riccardo. Lancerò un appello su Facebook. Firmatelo, spogliate il vostro animale dei suoi averi e muovete guerra all’establishment. Passate a Twitter, aprite un tlog, fate quel che preferite, ma agite ORA.

(Lo so, così a grandi linee sembra un po’ quel che ci si aspetta dalla trama di Avatar. Probabilmente lo è, da cui il legittimo sospetto che in realtà tutto questo sia solo un enorme viral pubblicitario di James My Heart Will Go On And On Cameron).

PS: il losco figuro della foto, che ci piace chiamare Carmine, ha una web-storia tutta sua. Della quale  non ho voglia di dir nulla, ma vi linko senz’altro la colonna sonora ideale.